Tutto è cominciato da una telefonata: “ Ciao Titta ( sarei io, non mi chiedete perché mi chiamano anche così), devi farmi un regalo”” Chi parla è il mio super nipote Chef che vive a Siena. –Che regalo?- rispondo io. “ Un corno portafortuna”. Un corno portafortuna, il famoso “curniciello” napoletano. La leggenda narra che il curniciello debba essere fatto rigorosamente a mano, perché si pensa che chi lo realizza rilasci energie positive sul talismano, di colore rosso, il rosso rappresenta il colore della forza per eccellenza ed infine ma non per meno importanza debba avere tre caratteristiche specifiche: “Tuosto, stuorto e cu ‘a ponta”, ovvero, Rigido, storto e con la punta. Ma ce un però. Non bisogna mai acquistarne uno per sé, lo si deve ricevere in dono perché abbia il suo effetto portafortuna. Riattaccata la cornetta mi balena un’idea nella mia testolina frenetica. “ E se gliene facessi uno io con il cappello da chef?
Ed eccolo qui, di colore rosso, “tuost, stuort e cu ‘a ponta” e con il cappellino da chef. Ho aggiunto altri ciondolini scaramantici: un ferro di cavallo, un gufetto, un elefantino ed anche un albero della vita…Meglio abbondare diceva Totò.
La fame vien mangiando e mi son fatta prendere la mano, questo è un curniciello romantico.
Questo, invece, è la versione fashion. Ne sono in arrivo altri ma mi sono troppo divertita nel realizzarli e volevo condividerli con voi.
Tuttavia, per darvi alcuni cenni storici,non solo a Napoli è adottata la scaramanzia del corno, pare che questa simbologia sia diffusa in molte civiltà, da quella ebraica alla cristiana, persino i sumeri conoscevano il curniciello.