Affermare che un cappello rimane il modo più semplice per proteggersi dal sole o dalle intemperie è riduttivo, in quanto spesso ha assolto il ruolo di assecondare l’edonismo umano, espresso nel piacere di piacersi. Il cappello è stato utilizzato per distinguere i capi di una tribù, identificare professioni, mestieri diversi, etnie differenti. E’ stato considerato “super accessorio”, immagine di uno status sociale, quando le classi privilegiate, per rispettare codici ed etichette, sfoggiavano con disinvoltura modelli costosi durante le occasioni mondane. Mi piace, però, pensare che il cappello sia stato concepito anche per un altro scopo: soddisfare i capricci della propria fantasia
A quanta cose serve nu cappiello!
Cu’ ‘0 papillon, ‘o palettò e nu ‘ mbrello
te siente chiù smargiasso e vaje ‘ntusello
facenno cu’ ‘ e signore ‘o fareniello.
Quanno t’’o miette, pò, dint’ ‘a ‘nfucatatruove sullievo e ‘a capa è arreparata.
Mantene sempre ‘nfrisco na “penzata”
e t’annasconne ‘ a zella o na ciaccata.
Questi due cappelli mi sono stati suggeriti dalla mia amica nonchè mia grandissima fan, Barbara Anna Rosa, spero le piacciano come piacciono a me.
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