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lunedì 30 maggio 2016

Puntaspilli glamour

cappello puntaspilli

Volevo un puntaspilli, ma non il solito puntaspilli, un puntaspilli elegante, fascinoso, forse anche eccessivo e cerca che ti ricerca, ho trovato qualche ispirazione in rete, tra tante zucchette, cuori, funghetti e tutti i frutti del creato.

Un piccolo cappello, a dire il vero doveva essere un cappellino di epoca vittoriana, ma credo sia venuto fuori un misto tra fine ‘900 e “Belle Époque”  volendo proprio esagerare.pincushion_puntaspilli

Per la realizzazione di questo “gioiellino” ho usato un vecchio cd, per la tesa e un vasetto da yogurt privato di una parte del fondo per la cupola.

Ho inserito dell’imbottitura all’interno del vasetto a cui come dicevo ho tagliato il fondo e rivestito di tessuto in taffettà , così come ho fatto per il cd. Incollate le due parti ho poi decorato il tutto con pizzi, perline e per finire  il tocco “glamour”  che è rappresentato dalle tre piume bianche.

puntaspilli_spille decorate

Ogni cappello chic ha i suoi spilloni, ma non avendone a portata di mano, mi sono servita di tre chiodini da bigiotteria sui quali ho infilato perline, Swarovski e distanziatori. Non sembrano malvagi questi spilloni fai da te.

Mi è proprio piaciuto questo primo esperimento, credo che ne farò degli altri, magari riuscirò a realizzare il vero cappello vittoriano.

Osservandolo bene, potrebbe essere applicato, perché no, anche su un frontino per capelli ed ornare il capo per una corsa ad Ascot o più semplicemente una deliziosa bomboniera un po' fuori dagli schemi. Che ne pensate?

mercoledì 10 febbraio 2010

Il verde risplende

KIF_0936
Un minuscolo gilet, cappellino e sciarpa perché il verde possa risplendere anche nelle giornate più fredde di questo inverno. 

sabato 21 novembre 2009

Un cappello sulle ventitrè

                             Affermare che un cappello rimane il modo più semplice per proteggersi dal sole o dalle intemperie è riduttivo, in quanto spesso ha assolto il ruolo di assecondare l’edonismo umano, espresso nel piacere di piacersi. Il cappello è stato utilizzato per distinguere i capi di una tribù, identificare professioni, mestieri diversi, etnie differenti. E’ stato considerato “super accessorio”, immagine di uno status sociale, quando le classi privilegiate, per rispettare codici ed etichette, sfoggiavano con disinvoltura modelli costosi durante le occasioni mondane. Mi piace, però, pensare che il cappello sia stato concepito anche per un altro scopo: soddisfare i capricci della propria fantasia
cappellibiedermeier

giovedì 8 ottobre 2009

Quel cappellino vezzoso


Il cappello di paglia ha sempre affascinato le signore della Belle Epoque. Si riparavano dai raggi impertinenti del sole con cappelli a falda larga oppure si lasciavano ammirare con i loro cappellini frivoli, decorati con fiori e nastri. Ancora oggi noi donne subiamo il fascino del cappello, ma non potendolo più sempre indossare, possiamo dargli un altro compito: decorare la nostra casa.









Due Peonie incorniciate da rami di felci fanno bella mostra sul cappello di paglia di Firenze.



Per le più romantiche, un tralcio di rose di organza si rincorrono per dar vita ad un concerto di delicate armonie


Cosa dire di questo? Basta appenderlo e godere dei suoi colori.
I lavori in questo blog sono opera del mio ingegno
ed hanno carattere creativo. Dichiaro di non esercitare l’attività di commercio al dettaglio di detti articoli in forma professionale, ma di praticarla in modo sporadico (commercio occasionale) non soggetto quindi alle discipline commerciali contenute nel D. Lgs 114/98, che regola le attività di commercio in forma professionale e continuativa. Perciò, dichiaro di vendere, in maniera occasionale e saltuaria, oggetti che sono il risultato e l’opera della mia creatività ed ingegno, così come previsto dall'art.4 comma 2 lettera h del Decreto legislativo 114/98 . Le mie creazioni rientrano, quindi, nella casistica del suddetto articolo.
Non sono pertanto obbligata
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